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Disegnare è sempre stata una magnetica attività ricreativa, un modo per stare bene e perdersi nella fantasia per ore senza accorgersi, troppo per mio padre che temeva un futuro da madonnaro di piazza. Non avevo idea di cosa avrei fatto da grande, sino a quando all'età di 19 anni, in vacanza con amici a Barcellona, mi imbattei nel primo studio di tatuaggi, in quegli anni il tatuaggio era un articolo poco richiesto ed i pochissimi studi erano nelle maggiori città, Barna Tattoo era in un vicolo della Rambla. Entrando ne rimasi incantato ed in un "eureka" diedi la risposta ai dubbi paterni. Arrivare alla professione di tatuatore e ricevere l'incarico di disegnare in via definitiva sulla pelle di ogni cliente, credo sia un'investitura di grande responsabilità. L'ideazione dei progetti grafici da tatuare, attraverso le interpretazioni iconografiche in relazione ai gusti, alla personalità e ad ogni singola storia è parte integrante del piacere e dell'abilità che ogni tatuatore dovrebbe esprimere, saper tenere una matita in mano è solo un terzo, un altro terzo è saper tatuare, ma il terzo più importante è saper tradurre in disegni i pensieri, i ricordi, le emozioni di ciascun cliente. Dopo quasi 30 anni di professione il propellente è continuare ad affinare tecnica ed abilità, ogni tatuaggio deve essere migliore del precedente; "hai carta bianca" è un'affermazione di grande responsabilità ma di infinita gratificazione come "meglio di quanto desiderassi", e le passioni che si nutrono di questi riscontri non muoino mai.

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